Presentazione grest 2013

Si avvicina la primavera e gli animatori e i responsabili cominciano a pensare al Grest.
Il titolo di quest’anno sarà EVERYBODY – un corpo mi hai preparato. Il tema infatti, proseguendo sul discorso della continuità rispetto agli anni passati, sarà quello del corpo.
L’ultimo anno dedicato alla parola finiva per aprire molto al tema delle relazioni. Il corpo è dimensione ed esperienza necessaria per passare dal dire al fare. Perché le parole possano trovare la possibilità di incarnarsi. Parola e corpo sono le due dinamiche fondamentali della comunicazione e della relazione.
La fede cristiana si basa sull’avvenimento dell’incarnazione del Figlio. Per dire che ha cura dell’uomo Dio non si è limitato a parlare (lo aveva già fatto tante volte attraverso i patriarchi e i profeti) ma con Gesù è entrato nella scena del mondo. A volte, le parole non bastano, servono anche i fatti. Lo stesso Concilio Vaticano II, riflettendo sulla rivelazione divina, ricordava come essa avviene gestis verbisque, cioè grazie ai gesti e alle parole di Cristo.
Lo sviluppo della tematica del corpo e le sue applicazioni verrà approfondito durante la presentazione ai responsabili, agli accompagnatori e catechisti nelle seguenti date:
9 aprile alle ore 20,45 presso l’oratorio di Vailate
10 aprile alle ore 20,45 presso l’oratorio di Beata Vergine di Caravaggio
11 aprile alle ore 20,45 presso l’oratorio di Sabbioneta

Per tutti gli educatori e animatori l’appuntamento è invece il 28 aprile alle ore 20,45 presso il Palazzetto dello Sport a Ca’ de’ Somenzi.
 
Ecco in breve gli obbiettivi:
1. Il corpo luogo della relazione
Non c’è niente come il colore, l’odore, il rumore di un amico!
Se è proprio necessario, se siamo distanti, possiamo tentare un rapporto via mail, o sms, o facebook… ma vuoi mettere la diretta! Si vede subito dalla faccia, da come metti la bocca, dagli occhi e dal rossore… cosa pensi e cosa vuoi: non occorrono neanche le parole.
I ragazzi rischiano di ricorrere sempre più a forme intermediate di relazioni: vogliamo trovino il gusto dell’avere degli amici veri e non solo delle reti virtuali e trovare il gusto di stare – fisicamente – con gli altri.
2. Il corpo contenitore dell’identità
Il mio corpo sono io. A volte non mi piace tanto come sono. A volte ho l’impressione di non piacere agli altri, così come sono. A volte cerco, col mio corpo di far vedere qualcosa di ciò che sono io dentro; altre volte cerco di nascondere quello che io sono. Possiamo giocare col corpo, mascherarlo…
Devo riuscire, però, a stare bene dentro la mia pelle! Non posso sempre avere l’impressione di essere chiuso dentro i miei vestiti e nascosto dietro il mio trucco.
3. Il corpo come mezzo di comunicazione
Paese che vai, lingua che trovi. Imparare a leggere i gesti è come imparare una lingua nuova. A volte non siamo capaci di capire i gesti degli altri. A volte emettiamo segnali (gesti) che gli altri non riescono a capire… È come parlare in una lingua straniera.
I ragazzi sono immersi nel mondo della comunicazione ma spesso è una comunicazione veloce e rumorosa. C’è una povertà di significato della gestualità e della comunicazione non verbale.
4. Il corpo come strumento per agire sulla realtà
Tra i piaceri più grandi vi è quello del produrre qualcosa, di usare le proprie mani, i propri piedi, la propria bocca per “creare” qualcosa.
Non per niente “felice” rimanda – etimologicamente – a fecondo, fruttifero… produttivo!
Non si agisce sulla realtà solo pensando (neanche intensamente). Tra il dire e il fare c’è di mezzo… la fatica, il provarci e riprovarci.
Vogliamo ritrovare il gusto del fare, del costruire con le proprie mani, del faticare insieme.
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