Anno oratoriano 2012-13

Nell’orizzonte di un biennio di rilancio della pastorale scolastica, anche la pastorale oratoriana e giovanile non potrà non essere coinvolta, mentre alcuni ambiti richiederanno continuità e rilancio. Prenderanno così corpo alcune attenzioni vitali, pensate al tempo stesso come continuità e prospettiva di lavoro. Sarà di aiuto anche lo stimolo dell’anno della fede: un’occasione in più perché anche gli oratori continuino un lavoro di progettazione paziente e fiduciosa sui vasti campi della formazione. “Icona” di riferimento sarà Imparate da me, che ribadisce l’aggancio a Cristo come modello di vita e parola di speranza. Ecco le 5 attenzioni che nel prossimo settembre verranno opportunamente sussidiate.

1.   Occhio alla campanella!

Anche nella scuola, come in Oratorio, in famiglia e nel tempo libero si può imparare lo stile del discepolato che non conosce confini.

In concreto agli Oratori verrà chiesto di confrontarsi con realismo e fantasia con le indicazioni che il nuovo piano dedica anche alla pastorale giovanile. 

2.  Media-mente attenti!

È slogan che vorrebbe rilanciare l’attenzione ai preadolescenti in Oratorio, impegnati nel cammino della mistagogia. Occorrono inventiva e nuove idee, ma soprattutto il coraggio dell’integrazione delle diverse dimensioni che il progetto diocesano di Iniziazione cristiana indica: sicuramente l’oratorio, con il suoi appuntamenti e la sua vitalità saprà essere protagonista.

3.   Teen generation

Si sa che conoscere davvero e accompagnare gli adolescenti di oggi non è né semplice né facile. Servono idee, pazienza e buone mediazioni. Sarebbe davvero bello poter far sorgere – nelle parrocchie o nel territorio interparrocchiale – una équipe di giovani e adulti che esprima attenzione agli adolescenti e si faccia carico di una programmazione di occasioni, proposte, idee.

Per sostenere questa attenzione è in elaborazione un vademecum che coordina diverse dimensioni della formazione degli adolescenti, con schede operative e rimandi a risorse educative diocesane.

4.  20/30

Occorre parlare ancora dei 20-30enni; parlarne e tentare strade e proposte, senza l’ansia dei numeri. L’anno della Fede che coincide con le celebrazioni dei cinquant’anni di indizione del Vaticano II, potrà essere un volano per alcune proposte culturali e catechistiche  da aprire proprio ai giovani. Sarà essenziale l’alleanza con il territorio, con le zone e almeno qualche Oratorio di riferimento.

5.  Insieme, da adulti!

L’impegno dei mesi scorsi, espresso nella logica dell’ educare insieme, che  forza!, certo non ha esaurito la sua urgenza e importanza. Anche in Oratorio, magari dopo tanti anni di servizio e disponibilità, il posto degli adulti è in primo luogo quello dei discepoli. Ecco allora che una quinta, grande attenzione verterà sulla cura degli adulti, educatori, genitori e volontari, dal lavoro di preparazione e verifica al progetto educativo.

Messaggio del Vescovo Dante

Carissimi,
da diversi anni la nostra chiesa cremonese ha focalizzato il suo impegno pastorale sulla questione educativa, sia rinnovando la prassi dell’iniziazione cristiana sia riflettendo, pregando e interrogandosi sulle diverse figure educative che servono i più giovani, a cominciare dalle famiglie e dagli oratori. Lo scorso anno ci siamo detti che è una bella e grande forza educare insieme e che soprattutto l’esperienza di una comunità adulta che sperimenta la fraternità, la collaborazione  ed anche il perdono, è segno eloquente che alla lunga affascina e plasma il cuore anche dei giovani.

1.  Oratorio e scuola: cammini possibili!

Nei prossimi due anni l’orientamento pastorale verterà sul mondo della scuola.

Si tratta di un’esperienza che diventa per diversi anni un pezzo importante della vita dei ragazzi e dei giovani e che coinvolge direttamente la responsabilità delle famiglie, i sogni, le fatiche e le capacità dei ragazzi, la professionalità formativa di tanti insegnanti.

È facile immaginare che anche gli oratori  e la pastorale giovanile che voi servite, siano coinvolti in prima fila: lo chiedono gli stessi ragazzi che non vivono a compartimenti stagni, ma hanno bisogno di imparare che la loro vita è unitaria e che i diversi contributi educativi sono un servizio al loro presente  e al loro futuro. La scuola scommette sul futuro dei giovani, come pure l’Oratorio. E insieme alle famiglie, scuola e oratorio nutrono le stesse speranze ed incontrano spesso difficoltà simili.

Abbiamo davanti diversi mesi perché i nostri Oratori siano sul territorio capaci di promuovere momenti di formazione, dialogo e collaborazione con le famiglie, le scuole, gli insegnanti per il bene dei ragazzi. Pensate alla forza di occasioni di sostegno post-scolastico negli Oratori, che a volte soffrono una ferialità diradata; alla qualità di “tavoli” in cui insegnanti ben disposti, sacerdoti e educatori si confrontano su fenomeni che interessano il territorio, per il bene di tutti; a momenti di formazione condivisa per insegnanti, educatori e genitori: tutti noi sappiamo quanto bisogno ce ne sia! Pensate a tante altre iniziative possibili, frutto di una fantasia incarnata, ma pensate soprattutto al valore inestimabile di adulti che lavorano insieme e servono insieme le nuove generazioni. Confrontatevi con le proposte delle Linee pastorali, studiatele e approfonditele insieme; e date loro corpo e voce nel vostro territorio, non dimenticando la preziosità di connettere iniziative e forze di oratori e parrocchie vicine, nella stessa zona, perché la pastorale integrata sia vera, desiderata e vissuta!

2.     Ripartiamo, con entusiasmo e intelligenza!

E proprio all’inizio di un nuovo anno pastorale mi sento di stimolare tutti voi che lavorate negli Oratori, a riprendere con entusiasmo e serenità un impegno grande, che vi fa onore e che racconta nei fatti la vostra dedizione di cristiani ai più giovani.

Sarà prezioso approfittare dei mesi che abbiamo davanti, per scommettere ancora sull’accoglienza, la formazione e il coinvolgimento dei ragazzi e degli adolescenti, senza dimenticare che abbiamo speso tante parole, pensieri e forze per rilanciare un’attenzione concreta ai giovani: per loro è necessario lavorare con fantasia e coraggio, proponendo percorsi e momenti culturali e vocazionali, ma soprattutto tenendo i contatti e accompagnando le persone. Siamo in un momento difficile, che tocca da vicino le speranze e le motivazioni dei giovani: possiamo fare molto nelle nostre comunità perché la fiducia e la vicinanza non vengano meno.

L’Oratorio e la pastorale giovanile non sono innanzitutto “cose”, ma passione e pensiero, cuore e proposta. Qui credo dimori la chiave di ogni pastorale giovanile e di una sua fondamentale anima, quella vocazionale: possiamo e dobbiamo soprattutto oggi parlare ai giovani e con i giovani del loro futuro e della risposta che anche a loro è richiesta dinanzi alla vita. Pensiamo al Seminario e al futuro delle vocazioni al ministero, ma pensiamo anche al matrimonio e alla famiglia cristiana e alla capacità dei giovani di dire di “sì” ai respiri grandi della vita. Non diamo per superati questi discorsi, relegandoli nel privato di coscienze mezze assopite. Nessuno – è certo – possiede ricette o formule che basta applicare: il Signore ci chiede piuttosto di spendere la nostra umanità perché il fascino di scelte alte, oggi oscurato dalla paura e dalla fragilità di un contesto culturale individualista e ripiegato su di sé, venga ancora narrato da cristiani disposti a metterci l’anima e la passione. Trasmettiamo ai più giovani non “cose”, ma desideri di grande respiro, senza paura di sognare e lottare noi per primi per un futuro – loro e nostro – meno spento, meno consegnato all’utilità del singolo. Anche in questo campo i nostri Oratori, con la loro presenza quotidiana sul territorio e tante storie di proposte, cammini ed occasioni, sapranno fare la differenza!

3.     Tutti discepoli, anche noi adulti!

Approfittando anche dell’Anno della Fede, voluto da papa Benedetto a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, aiutiamoci a riscoprire noi per primi – sacerdoti, genitori, adulti impegnati in Oratorio – le grandi ragioni della nostra fede e trovare progetti e cammini adeguati da proporre e far sperimentare ai più giovani. Non ripeteremo mai abbastanza che per la credibilità di una comunità parrocchiale e di un oratorio non servono grandi strutture o calendari straripanti: serve ed è insostituibile la convinzione degli adulti di essere loro per primi discepoli del Signore Gesù, certo con i limiti e le fatiche di tutti, ma anche con convinzione e con passione. È il riferimento ad una vocazione alta e grande, è la speranza nel Regno, è la bellezza sempre nuova del Vangelo che ci affascina e ci rimotiva, tutti i giorni. Testimoniamo il nostro cammino di fede senza vergogna, da uomini e donne che poggiano la loro fiducia sulla roccia di Cristo, in un tempo in cui non mancano le crisi, le incertezze e povertà vecchie e nuove sono dietro l’angolo. Per noi il Vangelo non è una bacchetta magica che ci estrania dal mondo, ma una forza viva e profonda che ci fa appassionare all’umanità, proprio in quanto ci appassiona all’amore di Dio.

Riscopriamoci tutti discepoli del Signore e rimettiamoci ancora una volta, nel bel mezzo dei tanti servizi educativi, alla sua scuola. Sarà un’esperienza contagiosa, che porterà – ne sono certo – frutti abbondanti. “Andare a scuola” è anche faticoso: condividiamo tra tutti questa bella fatica che ci apre ad un bene più grande!

Vi assicuro, come sempre, la mia vicinanza e la mia stima. Vi accompagno nella preghiera e nella fiducia, sperando di incontrare i vostri tanti volti qua e là nei cammini che il Signore sa sapientemente incrociare.

Vi benedico di cuore! Nel Signore

+ Dante, Vescovo
 
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