Pubblichiamo il comunicato apparso sul sito della FOCr redatto dall’Ufficio per la Pastorale sociale diocesano dedicato alle imminenti elezioni e più in generale al prezioso e difficile tema della partecipazione alla vita civile e politica, patrimonio anche della pastorale giovanile, di tante Associazioni e movimenti ecclesiali.
“Attraversiamo uno dei periodi più difficili per il nostro Paese e per tutta quanta l’Europa. Siamo di fronte a scelte importanti per definire il futuro, abbiamo bisogno che la politica torni a proporre soluzioni e idee lungimiranti, evitando le facili promesse. Le prossime elezioni politiche e regionali segneranno il futuro della nostra Regione, dell’Italia, dell’Europa. In questi anni il volto della nostra società è profondamente cambiato. Partecipiamo al travaglio del passaggio tra un mondo che muore e uno che nasce, consapevoli che questo è il tempo in cui ci è dato di vivere e vogliamo starci dentro, facendo tesoro del messaggio del Vangelo che è messaggio pienamente rispondente alle esigenze autentiche dell’uomo e della società. Con la forza del passato, con il coraggio del futuro, con la presa in carico del presente.
L’attuale clima di antipolitica e di sfiducia che si respira nel Paese non aiuta; ma da cittadini e da credenti non ci rassegniamo a questa situazione, anzi la consideriamo una sfida a partecipare attivamente e responsabilmente, attraverso il diritto/dovere di voto, alla scelta di indirizzi politici coerenti con i valori fondamentali dell’uomo, non meno che alla scelta di persone oneste e competenti.
Partecipare per cambiare non è solo uno slogan, è esigenza e salvaguardia di ogni democrazia. Non possiamo più permetterci di delegare, occorre fare uno sforzo in più. Il Paese ha bisogno di cittadini liberi e attenti, capaci di discernere e comprendere il bene comune e di agire di conseguenza.
È finita l’epoca dei proclami e delle false promesse, adesso è il tempo di mettere in gioco noi, le nostre vite, la nostra fede senza paure o reticenze”.
“A che servono le mani pulite se si tengono in tasca?” (don Lorenzo Milani)
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